Un’esperienza immersiva che arriva direttamente da Londra
Se l’obiettivo della cultura è creare delle esperienze che educhino gli spettatori, li portino dentro nuove situazioni che possano farli crescere, stimolarli, e li aiutino a vedere il mondo con occhi diversi, l’iniziativa “Mettiti nelle mie scarpe” ha di certo un portato culturale significativo.
Il laboratorio è attivo a Milano in questi giorni, e durerà fino al 28 ottobre, in piazza XXV Aprile dalle 13 alle 20. E’ da giorni che si forma la fila, fuori dalla costruzione di una gigantesca scatola da scarpe, di persone che vogliono ascoltare, apprendere, sentire, provare. Ma cosa succede dentro questo luogo, dove le persone attendono di entrare? Qui è possibile “indossare le scarpe degli altri, e camminare con loro”. 31 installazioni permettono di indossare un paio di cuffie e ascoltare 31 storie di 10 minuti sulla vita di altrettante persone sconosciute. Un rianimatore, un ex art-director che ora è una pasticcera, una drag-queen, un uomo che ha vissuto al depressione, un professore che è diventata una donna, un direttore d’orchestra dell’Azerbaijan e un addetto alla rete fognaria di Londra. Una serie di persone che non fanno altro che raccontarsi. Ma cosa c’è di più difficile che raccontarsi sinceramente senza veli, e di ascoltare con orecchie sincere la voce di qualcuno che si mette a nudo? Clare Patey, la curatrice dell’iniziativa che proviene dall’Empaty Museum di Londra, crede evidentemente che queste narrazioni siano importanti, tanto da far viaggiare questo format all’interno delle varie nazioni portandole fino a Milano, dove la Fondazione Empatia Milano insieme all’agenzia Piano B hanno reso possibile l’iniziativa.
Milano ospita così un’installazione che mette a nudo le vite delle tante persone che passano, e si fermano, o ripartono, presentando la città come un luogo empatico e inclusivo. Milano è una città difficile, spesso ricoperta da un pregiudizio che la vede concentrata sul lavoro e la produttività. Ma sono tanti gli individui che la abitano, che sperano in qualcosa, in qualcuno, che portano il proprio passato e il proprio presente tra le sue strade. E questa è l’occasione per ascoltare alcuni di loro, e mettere in campo una qualità che è così importante nella vita di tutti: l’empatia.