L’australiano è professore universitario a Los Angeles
Terence Tao è un uomo australiano nato nel 1977. Ha imparato a leggere a 2 anni, a 5 insegnava ai bambini, a 7 anni frequentava il liceo, a 9 ha iniziato a seguire dei corsi universitari di matematica avanzata, a 11 anni vince la medaglia d’oro delle Olimpiadi Internazionali di Matematica, segnando un guinness che permane ancora come giocatore più giovane dei giochi a vincere il massimo riconoscimento. A 17 anni Terence si è laureato alla Flinders University, e ha vinto una borsa di studio per frequentare dei corsi negli Stati Uniti. A 21 anni ha ottenuto il dottorato alla Princeton University, poi ha iniziato ad insegnare all’UCLA di Los Angeles. Ha conquistato tutta una serie di titoli ancora giovanissimo, dimostrando di essere un bambino prodigio, sbaragliando diversi record.
Terence Tao ha un quoziente intellettivo di 230, contro i 160 di Albert Einstein, tanto che si parla di lui come dell’uomo più intelligente al mondo. Ma lui rifiuta questa definizione, perché non apprezza etichettare le persone. Ha raccontato al corriere della sera che ad ogni modo lui non sa cantare, e nella sua carriera ha anche fallito un paio di esami. Uno era un esame di fisica, dove ha svolto perfettamente i calcoli per la parte matematica, ma questo comprendeva anche una parte storica che lui giudicava inutile.
Ora Terence ha una vita normale, insegna, ha una moglie, due figli, ama i giochi per il computer, anche se non ha tempo per poterlo fare. In un’intervista italiana per il Corriere della sera, il matematico ha parlato di sé apertamente, dicendo di credere a “un’entità creatrice”, che però è stata assente poi nell’evoluzione della terra. H parlato anche di alieni, dicendo che secondo lui se davvero esistessero, e cercassero un contatto esterno, lo farebbero attraverso i numeri e le matrici, e non attraverso il linguaggio. Potrebbe quindi essere lui a decriptare i messaggi?
Alla fine dell’intervista Tao ha affermato che gli farebbe piacere contribuire all’avvicinamento da parte degli studenti alla disciplina della matematica, secondo lui vissuta ancora con paura da parte dei giovani.