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Malindi: la Little Italy africana nata dalla corsa allo spazio

Malindi Little Italy africana

Malindi è una città di mare affacciata sull’oceano indiano, fondata nel XIII secolo, che dista pressapoco 120 chilometri da Mombasa, in Africa (Kenya), e che è nota per un’assoluta particolarità nel continente nero: viene chiamata “Little Italy” dagli anni Sessanta del novecento. 

La città si caratterizza per la preponderanza di ristoranti italiani, di pizzerie italiane, di gelaterie italiane… Le pubblicità usano l’italiano come lingua, mentre i menù dei ristoranti offrono alcolici come il Limoncello e l’Amaro. La maggior parte delle persone parla italiano che si tratti del gestore dell’albergo dove si pernotta o del tassista che vi fornisce un passaggio o dei pescatori che continuano il proprio – secolare – lavoro. Si può ben dire che l’italiano è la lingua franca della città.  Se non fosse per il pungente, salato, odore dell’Oceano Indiano, si potrebbe pensare di essere in una città del Sud Italia – forse Napoli o Palermo. Come mai una città kenyana ricorda così tanto l’Italia? 

Le ragioni sono in realtà scientifiche: nel 1960 si decise di costruire presso Malindi, per la sua eccellente posizione geografica, il “San Marco Equatorial Range”, una struttura chiave per il lancio dei satelliti italiani. E’ il cosiddetto “Broglio Space Centre” al largo della costa kenyota. Consta di due vecchie piattaforme petrolifere dalle quali l’Agenzia Spaziale Italiana effettua i propri lanci satellitari.

I primi italiani che dunque giunsero a Malindi erano scienziati e ingegneri coinvolti nella costruzione; ma la bellezza del luogo, le opportunità di business e la cordialità degli abitanti, presto rese il luogo popolare per un’Italia che ancora godeva di un intenso boom economico. Verso il 1970 gli italiani iniziarono ad aprire a Malindi hotel, ristoranti e persino strutture balneari, rivitalizzando una zona un tempo economicamente depressa. Nei suoi anni d’oro, tra il 1980 e il 1990, Malindi ospitava 4mila italiani residenti fissi e 30mila di passaggio. A tutti gli effetti una colonia (economica). A partire dal 2008, con la concomitante crisi economica, e dal 2011, con i rapimenti dei pirati somali al largo delle coste del Kenya, la situazione è rapidamente cambiata e ora Malindi soffre un generale decremento economico e demografico.

Ma rimane, tanto nella cucina, quanto nella lingua, una “Little Italy” frutto di perseveranza imprenditoriale e ingenuità tutta italiana.

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