Rinvenuta in mare una lettera in bottiglia di cent’anni fa.
C’è un caso che da qualche anno appassiona la Francia. E’ quello di una ragazzina di 13 anni che forse cent’anni fa lasciò cadere in mare una lettera dentro una bottiglia. La ragazzina si chiamava Mathilde, e stava viaggiando sul Titanic insieme alla madre e altri 3 fratelli, per raggiungere l’America. Il giorno prima del grave naufragio, la ragazzina lanciò dal ponte della terza classe un messaggio verso il mare.
Nel 2017 una famiglia canadese stava passeggiando sulla costa nella baia di Fundy, e ha fatto la scoperta di una vecchia bottiglia con dentro una lettera consumata dal tempo. Le parole che si potevano leggere erano: “Lancio questa bottiglia in mare. Dobbiamo arrivare fra qualche giorno a New York. Se qualcuno la trova, avvertite la famiglia Lefebvre a Liévin. Mathilde Lefebvre”. La data riportata nell’intestazione è il 13 aprile del 1912, proprio un giorno prima del grave incidente del Titanic.
Studiosi da tutto il mondo hanno analizzato il reperto insieme all’Università del Quebec, e sembra autentico. Il vetro della bottiglia è risultato essere fabbricato più o meno cent’anni fa, e così il tappo. Il meccanismo con cui è costruita la bottiglia sembra essere proprio quello in commercio nei primi decenni del 1900. Inoltre, l’esame del carbonio 14 ha definito autentici il tappo e la carta su cui è tracciata la lettera. Con l’esame dello spettroscopio poi anche l’inchiostro è risultato del 1912. Non ostante ciò, gli esperti continuano ad avere dei dubbi sull’autenticità della missiva, soprattutto perché la grafia delle parole appare nervosa e affrettata, molto diversa dal corsivo regolare che si insegnava in quegli anni nelle scuole. Ma c’è chi ipotizza, ad esempio, che la stessa lettera avrebbe potuto essere stata scritta da un adulto, o che la ragazzina fosse particolarmente dotata.
La storia di Mathilde Lefebvre è stata poi ricostruita. La ragazzina proveniva da una famiglia molto povera, in cui il padre faceva in minatore e partì con un figlio per l’America in cerca di fortuna nel 1910. Si ambientò iniziando a lavorare per le miniere di carbone in Iowa, racimolando poi il denaro sufficiente per far arrivare negli Stati Uniti anche la moglie con altri 4 figli. Purtroppo, tutti persero la vita nel naufragio della nave. Il padre seppe che due bambini francesi erano sopravvissuti, si recò velocemente a New York per sapere se si trattasse dei propri figli, ma siccome aveva fornito un nome falso entrando in America fu rispedito in Francia.